Ci sono tempeste talmente forti che quando cessano se ne sente la mancanza.
Sono quelle sospinte dai venti che nascono in terre ostili dove impera il caos e la follia. Generate dal dolore di persone reiette e sfortunate, travolgono le navi che per scelta o per caso vi si imbattono. Molte imbarcazioni le schivano o finiscono per inabissarsi al primo impatto. Altre, invece, puntano la prua lì dove il vento nasce. Issano le vele più resistenti, riparano le falle, si aggrappano alle creste delle onde per non soccombere. E proprio quando i venti sembrano urlare ancora più forte, quando l’albero maestro è sul punto di cedere, la burrasca si placa. La nave malconcia attracca al porto. Lì, dove il vento nasce, le differenze sono svanite. I pregiudizi, affogati. I marinai e gli abitanti, stanchi di lottare, si stringono in un abbraccio.
Al timone, il capitano cela goffamente la rugiada che sgorga dagli occhi. Ora che è arrivato, sa che non gli rimane altra scelta che seguire il suo destino: salpare nuovamente. Verso un’altra tempesta. Una nuova isola, una nuova avventura.
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