Due settimane fa rientravo da un lungo viaggio nel Caucaso con la promessa di dormire almeno 60 giorni consecutivi nel mio letto; dieci giorni dopo mi trovavo ad Amburgo.
Al momento di tornare dalla fredda città portuale, mentre leggevo un libro davanti al gate, mi riproponevo la stessa cosa. Ancora non sapevo che alla fine del capitolo avrei trovato un’assistente di volo che mi avrebbe negato l’imbarco e la possibilità di mantenere la promessa. Sono così rimasto a nord un’ulteriore notte passando quella successiva su di un Flixbus che in 18 ore mi ha riportato a casa. Ora, mentre scrivo dalla scrivania e osservo la neve cadere, rinnovo per l’ennesima volta l’impegno. È la volta buona, lo sento.
Ad ogni modo, ero seduto su quel bus verde in mezzo ad altri disperati quando mi sono ricordato di avere un blog e di non aggiornarlo da più di un anno. Ho pensato che fosse l’ora di rimediare. In realtà in questo periodo ho scritto molto, solo che l’ho fatto altrove. Mettere in fila parole sta piano piano diventando un lavoro e da alcuni mesi ho iniziato a collaborare con aziende e siti del mondo outdoor e quindi gran parte di quello che produco finisce lì. C’è finito anche il viaggio che mi ha visto partire da Istanbul per raggiungere Tbilisi senza una chiara idea di quello che stessi facendo. Il primo articolo di questa esperienza si trova qui mentre il secondo è qui.
Nel frattempo, per quanto riguarda questo blog, nelle prossime settimane usciranno alcune storie turcoarmenogeorgiane: è una promessa… o forse no.
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