Contrabbandiere di sigarette

Il bianco delle pagine, sulle quali vengono tratteggiate tremolanti colonne informi, fa da contrasto alle mani scure che sbucano da un ampio copricapo di paglia logorato dal tempo.
Una pila di cuscini e coperte, ammassate su di uno sgabello in ferro, ospitano il corpo di un uomo racchiuso in abiti scuri a cui è difficile dare un età senza poterne intravedere il volto.

Piazza Rahba Kedima per certi versi è una riproduzione in scala di Jamaa el Fna. Circondata tutt’attorno dai Souk, questo piccolo e tranquillo lastricato ospita decine di commercianti intenti a vendere per lo più cappelli, cesti di vimini e spezie. Tra un carretto di frutta trainato da un asino e un ragazzo che prova a convincerti ad acquistare un iguana l’ultima cosa che può balzar agli occhi è un uomo mezzo appisolato all’ombra di un ombrellone. Nessuna merce esposta, nessun tentativo di attirare clienti, eppure se ne sta là tutto il giorno senza apparente motivo. Inizia a farsi notare solo dopo decine di minuti che si studia la piazza dall’alto di una delle terrazze. Lentamente se ne capisce il ruolo e perché affianco a lui su di un palo vi sia il cartone di una stecca di Winston.

Tra il via vai della folla intenta a fare acquisti, di tanto in tanto qualcuno si sofferma nei pressi di questo personaggio. Due piccole mattonelle impediscono al vento di portarsi via un foglio bianco posto sulle tre casse di legno, accatastate senza troppa cura, che gli fanno da tavolo.
Poche monete vengono gettate frettolosamente sul bancone in cambio dell’unica cosa che l’anonimo individuo può offrire: sigarette.
Certo, si possono acquistare tranquillamente nei negozi, ma per trovarle a prezzi più bassi ci si affida a lui.

Vendita sigarette

Raramente i clienti comprano un pacchetto intero, solitamente una o due cicche, non di più. Afferrano l’accendino legato alla meno peggio con un laccio di scarpe ad una delle casse, se l’accendono, e in pochi secondi l’uomo con il cappello di paglia torna ad essere uno sconosciuto. Tutto si svolge in maniera rapida, automatica e distaccata. Ma non per questo significa che il servizio sia esiguo o scadente.

Quando vengono acquistate sigarette sfuse senza essere fumate subito, per evitare che si rovinino, il contrabbandiere dà anche un pacchetto vuoto dove riporle. Di tanto in tanto poi, dopo un cenno d’intesa, qualcuno si porta via qualche cicca senza lasciare nemmeno un spicciolo. Con un gesto quasi meccanico, le mani scure tornano a scrivere sul quaderno bianco. La pratica del comprare a credito evidentemente è ancora valida in questi tipi di faccende.

Nei giorni seguenti trascorsi a Marrakech iniziai a notare sempre più spesso per la città diverse confezioni di stecche di sigarette appese un po’ ovunque. Sapevo che lì, a pochi passi, invisibile ai più, avrei trovato un uomo all’apparenza ozioso, ma che in realtà stava solo facendo il suo tranquillo quanto illegale lavoro: il contrabbandiere di sigarette.